Coppa Italia vinta a Siena, Pallamano Bolzano Maschile
Le finali di Siena hanno regalato al popolo della pallamano italiana più gioie o dolori? Personalmente non ho dubbi e soprattutto penso che al movimento piangersi addosso a tutti i costi non serva a nulla.

In rete, sulle finali di Coppa Italia di pallamano giocate a Siena dal 21 al 23 febbraio, ho trovato tutto e il contrario di tutto.
Ci sta. Ognuno ha diritto alla propria opinione.
Dico la mia, molto “a freddo” perché dopo tre giorni di corse continue avevo voglia di prendermela comoda.
Le finali del PalaEstra (Final8 Maschile e Final4 Femminile) sono state complessivamente positive.
Non ho le fette di salame sugli occhi e certe magagne non mi sono sfuggite: palazzetto un po’ trasandato, pubblico in alcune gare scarso, arbitraggi talvolta inadeguati, incontri non sempre di livello stellare.
Se volessi male alla pallamano italiana mi fermerei qui.
Ritengo invece di volerle bene e quindi voglio sottolineare le tante cose che ho apprezzato.
Il PalaEstra, sebbene meritevole di una rinfrescata, ha assolto decorosamente il suo compito. Da qualsiasi posto la visuale era eccellente. Non è scontato. Chiedetelo a certi spettatori della recente Eurofinale di Stoccolma.
Questo, dunque, ha permesso di gustare al meglio le tante partite mozzafiato che hanno vivacizzato la manifestazione.
In campo femminile cito Cassano-Bressanone (30-29), unico match terminato ai rigori. Tra i maschi vale la pena di ricordare l’epico “quarto” tra Cassano e Conversano (25-24), il derby Bolzano-Bressanone (31-30) e l’emozionante finale Bolzano-Siena (32-29).
Appassionanti anche le sfide Fasano-Pressano (25-23) e Siena-Pressano (22-20), ma quest’ultima con troppi battibecchi.
Aggiungo che sui campi della pallamano italiana non capita tutti i giorni di ascoltare l’inno di Mameli suonato e cantato dal vivo. A Siena è successo e l’ho trovato emozionante.
Il pubblico, dicevo, non è stato da finale di Champions League. Certo che no. Oggi in Italia 20.000 spettatori a vedere la pallamano non ci vanno nemmeno se li spingi a calci dentro il palazzetto. L’ultimo giorno ce n’erano 1.300 / 1.400 circa. Non sono pochi sebbene più di metà PalaEstra (che è molto grande) fosse vuoto.
Buona l’idea di far disputare le finali maschili e femminili insieme, non solo per accrescere l’interesse complessivo, ma anche perché le partite delle ragazze hanno ingentilito la competizione e stemperato l’eccessiva tensione di alcuni incontri maschili.
Se noi uomini riuscissimo a vivere certe situazioni con minore stress camperemmo di più, ma d’altronde il testosterone – l’ormone dell’aggressività – ci frega sempre.
Quanto agli arbitraggi, ottimo quello della finale maschile tra Bolzano e Siena, duello tutt’altro che facile.
Le cose da migliorare non mancano, però mi sono divertito e mi complimento con gli organizzatori per quanto sono riusciti a fare oltre che con Bolzano e Salerno che hanno messo in bacheca la coppa. Poi chi preferisce vivere all’insegna del non “voler mai essere contento a tutti i costi” è comunque liberissimo di farlo.
Chiudo con un suggerimento: ridurrei a quattro le squadre maschili perché tre partite in altrettanti giorni, vista l’intensità delle sfide, rischiano di essere troppe. Stavolta è andata bene e infatti la finalissima ha regalato un’ottima pallamano ed è stata giocata su ritmi elevati, ma potrebbe non essere sempre così.

Per saperne di più sull’edizione 2019-20 della Coppa Italia Maschile e Femminile clicca QUI (link al sito della FIGH).

NELLE IMMAGINI: le squadre vincitrici e seconde classificate (Bolzano e Siena in campo maschile, Salerno e Cassano tra le donne) della Coppa Italia di pallamano 2019-20 (fotografie di Paolo Lazzeroni / FIGH).