Le città della pallamano: Trondheim (Norvegia)
Il capoluogo della contea di Trøndelag, che in passato aveva già ospitato diverse competizioni internazionali di pallamano, è stato tra le sei città protagoniste di Euro 2020.

Con circa 200.000 abitanti Trondheim è la terza città più popolosa della Norvegia. Dista 500 chilometri stradali dalla capitale Oslo, a Sud del Paese, e 700 dal Circolo Polare Artico.
Ci sono arrivato la sera del 7 gennaio atterrando (dopo aver fatto tappa ad Oslo) al piccolo aeroporto di Værnes, distante una trentina di chilometri dal centro cittadino che ho raggiunto comodamente in pullman, scendendo a 15 metri dal mio albergo.
Nei giorni successivi, tra una partita e l’altra, il tempo di visitare Trondheim non mi è mancato.
Innanzitutto ho scoperto (lo sapevo già, però mi piace questa frase da “esploratore”) che non si affaccia direttamente sul Mare del Nord, ma sull’omonimo fiordo dove si gettano le acque del Nidelva, il fiume che attraversa sinuosamente il centro urbano.

Monumenti e musei

Simbolo della città è la Cattedrale di Nidaros. Quest’ultimo è il nome medioevale di Trondheim che prima ancora, quando il re vichingo Olaf I la fondò intorno all’anno Mille, si chiamava Kaupangen.
Oggi Trondheim ospita l’Università Norvegese di Scienza e Tecnologia da cui dipende il Museo di Storia Naturale, l’unico che – guarda caso – ho visitato nei giorni di Euro 2020. Al piano terra, dedicato agli studenti più giovani, sono esposti in una pittoresca sezione chiamata “Arca di Noè” animali “impagliati” anche cent’anni fa, mentre bisogna salire per trovare le collezione naturalistiche più moderne, decisamente interessanti. Nelle vicinanze c’è un museo dedicato al periodo medioevale. Dicono sia molto bello, ma non ho fatto in tempo a visitarlo, così come non ho visto i musei e le gallerie d’arte presenti in zona.
Non mi sono perso, invece, il Ponte sulla Città Vecchia e la “classica” veduta delle case colorate sulle palafitte che costeggiano il fiume.

Come farsi comprendere

Il norvegese è una lingua alquanto ostica. Non si capisce nulla, giusto per usare un eufemismo che aiuta a non essere volgari. Tuttavia i trondheimer sono gentili, parlano l’inglese e si sforzano di aiutare chi, come me, si limita a balbettarlo.

Clima, meteo, luce

La Corrente del Golfo, e più in generale la vicinanza del mare, mitigano le temperature invernali di questa zona nordica che, in compenso, è umidissima. Nei giorni in cui sono rimasto a Trondheim (7-12 gennaio) il tempo è stato meno freddo di quanto si possa immaginare, però non faceva nemmeno caldo, specialmente quando si alzava il vento. Ero l’unico che girava senza un cappello o un paraorecchi. Se soffrissi di otite sarei stramazzato al suolo dopo duecento metri. Piove sovente e a volte, di colpo, l’acqua si trasforma in nevischio. Durante il mio soggiorno il sole sorgeva alle 10 del mattino, mentre alle 15.30 del pomeriggio calavano le tenebre.

Natura

Non mi sono mai allontanato dalla città per cui ho dovuto accontentarmi di cornacchie grigie e taccole, che la sera si contendevano gli alberi urbani per trovarci un dormitorio, e di qualche anatra con le zampe palmate coraggiosamente a mollo nel Nidelva. A 150 chilometri da qui il Parco Nazionale Dovrefjell-Sunndalsfjella ospita alce, renna, volpe artica, lepre variabile, bue muschiato e il più grande rappresentante della famiglia dei Mustelidi: l’elusivo ghiottone, “cugino” del nostro tasso. C’ero stato nell’estate del 2017 e almeno l’alce l’avevo visto.

Cibo e alberghi

Trondheim non è una città a buon mercato. Del resto non lo è l’intera Norvegia, in particolare per mangiare e dormire. Non è nemmeno, a mio parere, il luogo ideale per un tour gastronomico anche se nei ristoranti si possono gustare buoni piatti di carne e pesce (per lo più salmone e merluzzo). Gli alcolici sono proibitivi anche per l’elevata tassazione dovuta alla lotta contro l’alcolismo. In un ristorante ho visto con i miei occhi una semplicissima birra italiana al costo di 10,50 euro per un bicchiere da 33 cc. I prezzi si convertono al volo: 10 Corone norvegesi equivalgono a 1 Euro. Non c’è bisogno di procurarsi contanti perché si può pagare ovunque con bancomat o carta di credito.

Il palasport

Il nome ufficiale dell’impianto, che si affaccia sul Nidelva, è Nye Nidarøhallen, cioè Nuova Nidarøhallen. Si tratta infatti del recente ampliamento di un palazzetto preesistente. Tutti però lo chiamano “Spektrum”. Può contenere fino a 12.000 spettatori per i concerti e 8.000 per gli eventi sportivi.

La pallamano in città

Trondheim è l’unica città di Euro 2020 ad aver ospitato due raggruppamenti del Preliminary Round (i gironi C e D). Nel corso della manifestazione ho assistito a sei partite: Germania-Olanda 34-23 (leggi QUI), Spagna-Lettonia 33-22, Olanda-Lettonia 32-24, Spagna-Germania 33-26, Portogallo-Francia (la più bella) 28-25 e Norvegia-Bosnia Erzegovina 32-26.
Durante i campionati nazionali norvegesi lo Spektrum di Trondheim è sede delle partite casalinghe della squadra femminile del Byåsen che in passato ha vinto 5 scudetti e milita tuttora in Eliteserien, l’equivalente della nostra A1.
Chissà, magari ci tornerò.

Per saperne di più su Trondheim clicca QUI (link a Wikipedia).
Se vuoi leggere l’articolo di presentazione di Euro 2020 clicca QUI.

NELLE IMMAGINI: vedute di Trondheim, Museo di storia naturale e partite disputate allo “Spektrum” durante Euro 2020 (fotografie di Sergio Luoni).