Addio Ben, se torni non farti vedere

Ottantaquattro anni fa allo zoo di Hobart, in Tasmania, moriva Benjamin, l’ultimo Tilacino.

La notte del 7 settembre 1936 allo zoo di Beaumaris ad Hobart, in Tasmania (Australia), moriva Benjamin, l’ultimo Tilacino della Terra.
Le cronache raccontano che “Ben” morì per il freddo, essendo rimasto chiuso fuori dal suo rifugio. In realtà come specie il Tilacino (o Tigre della Tasmania o Lupo marsupiale), era già stato condannato molti anni prima quando nulla era stato fatto per la sua conservazione. Anzi…
Il governo della Tasmania, dopo aver messo una taglia sulla testa del Tilacino, ne decretò la protezione solo quando era ormai spacciato, cioè appena due mesi prima della morte in cattività di Benjamin. Il cui nome, peraltro, gli venne assegnato molti anni dopo perché nel 1936, anno della sua dipartita, era semplicemente un Tilacino rinchiuso in uno zoo.
La perdita di questa specie, chiamata scientificamente Thylacinus cynocephalus, è stata molto grave. Come sempre, del resto, quando cancelliamo un pezzo dell’evoluzione biologica, ma stavolta più del solito.
Questo animale rappresentava la massima espressione del “cacciatore” in versione marsupiale, straordinario esempio di convergenza evolutiva con i Carnivori Euteri, oltre ad essere una “specie bandiera”. In senso letterale, visto che compare sullo stemma della Tasmania.
Il Tilacino, filogeneticamente molto più vicino al Canguro che al Lupo, era un predatore. Studi recenti effettuati sulla mandibola hanno stabilito che difficilmente avrebbe potuto uccidere animali di grossa taglia. Sicuramente non era uno sterminatore abituale di pecore, ma finì ugualmente con l’essere accusato di razzie e odiato da allevatori e contadini. Di conseguenza lo presero a fucilate cosa che, insieme all’alterazione dell’habitat provocata dai coloni europei e alla competizione con il Dingo (un cane verosimilmente originario dell’Asia), ne ha determinato l’estinzione. Di tanto in tanto c’è chi dice di averne avvistato qualche individuo nelle aree più remote, ma senza poter fornire prove oggettive.
Ormai del Tilacino potrebbe anche importarci poco. Quel che è stato è stato, ma a pensarci bene c’è qualcosa di attuale nella storia di Ben e dei suoi conspecifici. Cicli che si ripetono perchè non sempre sappiamo imparare dalla storia.
Prendiamo ad esempio il Lupo. Quello non marsupiale.
Il Canis lupus, per intenderci, che oggi, dopo essere stato perseguitato e spazzato via dalle Alpi all’inizio del secolo scorso, sta rialzando la testa e sull’arco alpino c’è tornato con grande caparbietà risalendo dagli Appennini, dove invece non era mai scomparso.
In molti non lo vogliono e ne contrastano la presenza nel modo più assoluto, né più né meno come si era già verificato e come era accaduto in Australia al Tilacino.
Basta poco per dipingere un animale come aggressivo, killer spietato di bestiame o addirittura pericoloso per l’incolumità delle persone. A quel punto sono tutti pronti a rispolverare fucili e forconi, come nei film di Frankenstein.
Se pensate che le fake news siano un’esclusiva dei nostri giorni vi sbagliate.
All’inizio del secolo scorso il Tilacino fu demonizzato anche a suon di bugie. Pur essendo un animale timido ed elusivo, nell’immaginario collettivo divenne una belva feroce.
Nel 1921 cominciò a circolare una fotografia di una Tigre della Tasmania con in bocca una gallina. Presentare questo marsupiale come un uccisore di animali da cortile serviva ad aumentare l’avversità della gente nei suoi confronti.
L’esemplare della foto, però, era un Tilacino imbalsamato al quale avevano messo un pollo tra le fauci, come si è appurato in tempi recenti.

Tilacino con gallina, Fake News del 1921

Tilacino imbalsamato che preda del pollame, fake news del 1921 (Fotografia di Henry Burrell, Pubblico Dominio. Fonte: wikimedia Commons).

Cent’anni dopo cambiano la specie e la zona geografica, ma non la sostanza. Ad essere nell’occhio del ciclone è il Lupo.
Le false notizie per screditarlo si sprecano, come anche i racconti enfatizzati in senso negativo.
La tregua tra uomini e lupi non è cosa semplice. Va costruita.
Serve onestà intellettuale unita all’impegno di tutte le parti in causa (a parte il Lupo, che fa solo il suo mestiere) e, soprattutto, servirebbe una politica capace di perseguire la convivenza anziché cavalcare lo scontro.
Ottantaquattro anni fa abbiamo cancellato il Tilacino dalla faccia della terra.
Sulle Alpi avevamo sterminato il Lupo che poi, fortunatamente, ha fatto ritorno. Speriamo che la storia non si ripeta.
Dopo, quando sarebbe troppo tardi, ce ne pentiremmo.

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Se invece vuoi saperne di più sul Tilacino clicca QUI (link a Wikipedia).

NELL’IMMAGINE: fotografia che si ritiene riferirsi a Benjamin, l’ultimo Tilacino, fotografato allo zoo di Hobart, in Tasmania (autore sconosciuto, Pubblico Dominio. Fonte: Wikimedia Commons).