Giornata mondiale della Terra. L’unica che abbiamo
Oggi ricorre il cinquantesimo anniversario della Giornata mondiale della Terra, pianeta che da troppo tempo stiamo violentando.

Era il 22 aprile del 1970 quando si celebrò la prima Giornata mondiale della Terra, sancita dalle Nazioni Unite per ricordare la necessità di conservarne le risorse naturali.
Da allora sono trascorsi cinquant’anni durante i quali si sono succeduti summit, congressi, conferenze, protocolli e countdown più o meno disattesi.
La salute del “nostro” pianeta, che già allora cominciava a soffrire in maniera evidente di una malattia chiamata consumismo, si è aggravata sempre di più.
La perdita di biodiversità, ovvero l’estinzione di specie e la distruzione di habitat, se non addirittura di interi ecosistemi, rappresenta la spia più preoccupante della crisi ambientale in atto.
Un campanello d’allarme da non trascurare prima che sia troppo tardi.
Nel 1972 venne pubblicato il “Rapporto sui limiti dello sviluppo / The limits to growth” che apriva gli occhi sull’impossibilità di una “crescita infinita all’interno di un sistema finito” quale è il pianeta Terra.
Tuttavia, a distanza di quasi cinquant’anni, rinvio dopo rinvio, deroga dopo deroga, la soluzione appare lontana, sacrificata sull’altare della crescita del PIL.
Le celebrazioni come quella di oggi sono dunque inutili?
No, perché se smettessimo anche di pensarci sarebbe il disastro. Bisogna però scongiurare il rischio che le buone intenzioni finiscano nel tritacarne dell’ipocrisia dove si perderebbero come lacrime nella pioggia.

Se vuoi saperne di più sulla Giornata della Terra clicca QUI (link a Wikipedia).
Per conoscere il contenuto del “Rapporto sui limiti dello sviluppo” clicca QUI (link a Wikipedia).

NELL’IMMAGINE: emisfero orientale della Terra (fotografia: NASA – National Aeronautics and Space Administration, Pubblico Dominio. Fonte: Wikimedia Commons).