Pallamano: il volo dell’Albatro

La principale squadra di Siracusa porta il nome di questo uccello che vanta il record di apertura alare. Dopo una partenza difficile i siciliani stanno vivendo un momento magico.

Un team che si chiama Albatro rappresenta un’occasione imperdibile per un sito che si occupa al tempo stesso di pallamano e di animali.
C’era l’intenzione di scrivere un articolo già a settembre, quando è cominciato il campionato di Serie A Maschile, ma l’inizio di stagione della formazione siciliana non è stato dei più brillanti. Da qui il rinvio a momenti migliori.
Adesso è giunta l’ora.
L’Albatro Siracusa, targato Teamnetwork, ha aperto l’anno nuovo con tre vittorie in altrettante sfide (in casa contro Molteno e Cassano Magnago, in trasferta a Merano). Solo la capolista Conversano ha saputo fare altrettanto, vincendo gli ultimi tre incontri di fila. Roba da media scudetto, per dirla tutta, e grazie a questo exploit l’Albatro allenato da Peppe Vinci è tornato in piena corsa per la salvezza.
Dopo 15 partite i suoi migliori marcatori sono l’argentino Juan Pablo Cuello (96 gol), seguito a ruota dal suo connazionale (ma con passaporto portoghese) Tomas Valentin Cañete (90 gol).
Tra l’altro questa società ha il merito di aver riportato nella massima serie la Sicilia e una città come Siracusa che, per tre volte consecutive, negli anni Ottanta ha vinto lo scudetto grazie all’Ortigia (1986-87, 1987-88 e 1988-89).
Perché il nome Albatro?
Si tratta di un animale ben presente nell’immaginario, che però non fa parte della fauna siciliana, italiana e nemmeno di quella europea, se non in maniera accidentale.
Il club, fondato nel 1994, si è ispirato all’omonima poesia di Charles Baudelaire riportata qui sotto nella traduzione in italiano e nella versione originale in francese.
L’albatro è come il poeta: tanto goffo a terra, dove non si trova a proprio agio ed è deriso da chi non sa apprezzarne le doti, quanto maestoso, solenne e ammirato quando si libera nel cielo.
Allo stesso modo l’Albatro Siracusa è fedele alla metafora (anche se in questo caso il confronto è temporale e non spaziale): un po’ goffo nella prima parte del campionato, vigoroso e vincente dall’inizio del nuovo anno.
Quanto all’Albatro, inteso come animale, che dire?
La specie Diomedea exulans, in italiano Albatro urlatore, detiene il primato di apertura alare tra gli Uccelli: 3 metri e mezzo, con una punta massima di 363 centimetri.
Purtroppo a livello di conservazione questo uccello oceanico, che si nutre di calamari, pesci e scarti gettati in mare dalle navi, non se la passa troppo bene. Secondo la IUCN (International Union for Conservation of Nature) è considerato “Vulnerabile”. Ogni anno molti esemplari muoiono a causa delle attività umane. Soprattutto per la distruzione degli habitat insulari, per gli animali introdotti e per il posizionamento di alcune reti da pesca dotate di ami dette palamite. Problemi non da poco, visto che stiamo parlando di una specie dal tasso riproduttivo molto basso. L’Albatro urlatore comincia ad accoppiarsi intorno all’età di 7 anni e depone un uovo ogni 24 mesi.
Vita dura, insomma.
Per cui buon volo Albatro, che tu sia una squadra oppure un uccello!

“L’albatro” di Charles Baudelaire, testo in italiano:
“Sovente, per divertirsi, le ciurme di marinai
Catturano gli albatri, grandi uccelli marini,
Che seguono, indolenti compagni di viaggio,
Le navi che scivolano sugli abissi amari.

L’hanno appena depositato sul pontile della nave,
E già il re dell’azzurro, maldestro e impacciato,
Abbandona mestamente accanto a sé
Le grandi ali bianche, come se fossero remi trascinati.

Com’è goffo e fiacco questo viaggiatore alato!
Lui, poco fa così bello, quant’è comico e brutto ora!
Qualcuno lo stuzzica con la pipa sotto il becco,
Un altro, zoppicando, imita l’infermo che prima volava!

Il Poeta è come lui, il principe delle nuvole
Che domina l’uragano e ride degli arcieri;
Esule in terra tra gli scherni,
Non riesce a camminare perché ha ali da gigante”.

“L’albatros” di Charles Baudelaire, testo in francese:
“Souvent, pour s’amuser, les hommes d’équipage
Prennent des albatros, vastes oiseaux des mers,
Qui suivent, indolents compagnons de voyage,
Le navire glissant sur les gouffres amers.

A peine les ont-ils déposés sur les planches,
Que ces rois de l’azur, maladroits et honteux,
Laissent piteusement leurs grandes ailes blanches
Comme des avirons traîner à côté d’eux.

Ce voyageur ail, comme il est gauche et veule!
Lui, naguère si beau, qu’il est comique et laid!
L’un agace son bec avec un brûle-gueule,
L’autre mime, en boitant, l’infirme qui volait!

Le Poète est semblable au prince des nuées
Qui hante la tempête et se rit de l’archer;
Exilé sur le sol au milieu des huées,
Ses ailes de géant l’empêchent de marcher”.

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Se invece vuoi saperne di più sull’Albatro urlatore clicca QUI (link a Wikipedia).

NELL’IMMAGINE: Albatro urlatore (fotografia di JJ Harrison – www.jjharrison.com.au. Licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported. Fonte: Wikimedia Commons).