Zoo-Handball: lupi e linci battono alci e orsi nelle semifinali di Euro 2020

Ieri durante il lungo trasferimento in treno da Malmö a Stoccolma (sede del weekend conclusivo di Euro 2020) per ingannare il tempo, oltre ad ammirare il bel paesaggio, mi sono divertito ad abbinare le quattro Nazionali semifinaliste del Campionato Europeo ad altrettanti animali.
Ragionando soprattutto su base geografica, il che non ha escluso altri curiosi collegamenti.
La Nazionale della Norvegia – era inevitabile – l’ho associata all’alce, specie tipica di quelle latitudini.
Oltre a vivere nel medesimo territorio, l’enorme cervide (un maschio adulto può superare abbondantemente i 500 chilogrammi di peso) ha in comune con il team allenato da Christian Berge almeno due caratteristiche: la potenza e il fatto di essere solo in apparenza tranquillo e compassato.
Per quanto riguarda la Croazia direi che a calzarle a pennello è il lupo. Alcuni anni fa proprio un individuo proveniente dai rilievi balcanici lasciò i suoi luoghi di origine al confine tra Croazia e Slovenia per intraprendere un lungo viaggio fino alla Lessinia, in Veneto. Qui ha incontrato una femmina della popolazione italica e insieme hanno dato vita a una folta discendenza.
Quel lupo, seguito dai ricercatori tramite un radiocollare, si chiama Slavc. Alla femmina, invece, è stato dato il nome di Giulietta perché la loro storia d’amore è avvenuta a due passi dalla fatal Verona. Tornando alla Nazionale croata, di certo non le mancano né l’istinto predatorio, né lo spirito di squadra tipico dei lupi. E poi non si dice forse “fame da lupo”? Ecco, appunto, trovate una squadra che ha più appetito di vittorie di quella guidata da Lino Cervar se ne siete capaci.
La Slovenia non può che farmi pensare all’orso bruno. È proprio da lì che provengono gli individui reintrodotti in Trentino per ridare nuova linfa a una specie simbolo che sulle nostre alpi era ormai agonizzante. Quanto all’eventuale somiglianza tra questo animale e la Nazionale slovena che dire? Sicuramente il tecnico Ljubomir Vrajnes qualche “armadio” a disposizione ce l’ha. Su tutti il pivot Blaz Blagotinsek, colosso di 120 chili. Agile, per quanto possibile, come del resto lo è il plantigrado che, nonostante la mole, può raggiungere per brevi tratti persino i 50 chilometri orari.
Rimane la Spagna. Penso alla lince pardina (specie oggi separata da quella euroasiatica di cui peraltro fa parte Winni, mascotte ufficiale di Euro 2020). Più che altro perché si tratta di un animale esclusivo della penisola iberica. Purtroppo ne restano davvero pochissimi esemplari. Si tratta, come si suol dire, di una specie in pericolo di estinzione.
Per la verità, oltre al legame geografico trovo poco in comune tra questo magnifico felino e la Nazionale spagnola. La lince pardina è agile, scattante, solitaria e, come detto, non se la passa troppo bene. La squadra del coach Jordi Ribera è composta da giocatori più esperti che rapidi, molto affiatati tra loro ed è sulla cresta dell’onda.
Vorrei trovare una specie più adatta, ma il tempo a mia disposizione è finito. Sono arrivato alla stazione di Stoccolma e devo correre a vedere le semifinali.
Volete sapere come sono andate? Lo spirito di corpo e la bava alla bocca hanno spinto i lupi a “sbranare” gli alci dopo una lunga lotta finita ai tempi supplementari, mentre le linci hanno sopraffatto gli orsi.
Domani, quindi, la finale di Euro 2020 sarà Croazia-Spagna.

NELL’IMMAGINE: alce (fotografia di Hagerty Ryan / U.S. Fish and Wldlife Service, Pubblico Dominio. Fonte: Wikimedia Commons).