Sfide impossibili: vivere con i piedi ghiacciati
A volte “arrendersi” è l’unico modo per vincere (che in natura significa poter sopravvivere).
Come fanno le anatre a resistere con i piedi nell’acqua durante l’inverno?
Le osserviamo dalla riva, equipaggiati con scarponi e calzettoni di lana, eppure noi magari abbiamo i geloni mentre loro sono lì, tranquille, a bagno nell’acqua ghiacciata.
Verrebbe quasi da pensare che quelle loro zampe palmate siano di plastica. Ovviamente non è così.
Allora come possono mantenere i piedi caldi lasciandoli al gelo?
La risposta è, tutto sommato, abbastanza scontata: non li hanno affatto caldi. Se così fosse, il loro organismo continuerebbe a dissipare una quantità enorme di calore corporeo, situazione che diventerebbe ben presto insostenibile.
Il trucco consiste nel non provarci nemmeno a mantenere le zampe calde.
Il sangue che deve rifornire di ossigeno tessuti così periferici ed esposti alle basse temperature, infatti, arriva a destinazione già freddo, perché man mano che si dirige verso le estremità cede il proprio calore a quello che fa il percorso opposto. I vasi che corrono nelle due diverse direzioni sono infatti in stretto contatto, anzi sono intimamente intrecciati.
Tecnicamente si parla di “scambio in controcorrente”.
Uno stratagemma che non solo evita di disperdere calore verso l’ambiente esterno, ma permette anche di riscaldare il sangue che dalla periferia fa ritorno verso il corpo.
Un sistema tanto geniale quanto efficace.
Ci sarebbe da parlare a lungo sui meccanismi legati all’evoluzione, potentissimo mix di tempo, caso, tentativi, errori e selezione naturale.
Se invece vogliamo proprio trovare una morale, allora potrebbe essere questa: quando le sfide si fanno impossibili, per resistere è meglio “arrendersi” e inventarsi qualcosa di nuovo.
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Se vuoi saperne di più sullo “scambio in controcorrente” clicca QUI (link a Wikipedia).
NELL’IMMAGINE: germani reali all’Oasi Boza di Cassano Magnago durante la nevicata del 28 dicembre 2020 (fotografia: © Mattia Massa / Legambiente).