Il fascino “alieno” dell’<em>Empusa fasciata</em>

L’Empusa fasciata è una mantide che fa parte dell’entomofauna italiana. Tuttavia la si può incontrare solo in una piccola porzione del nostro territorio.

Si tratta di una specie tipicamente orientale che, nel nostro Paese, è segnalata soltanto in poche località del Nord-Est, principalmente nei dintorni di Trieste e lungo la foce del Fiume Tagliamento, tra Veneto e Friuli Venezia-Giulia, ai limiti occidentali della sua distribuzione complessiva che, dall’altra parte del mondo, raggiunge il Sud-Est Asiatico.
Lunga circa 5-7 centimetri (le femmine sono più grandi dei maschi), questa mantide frequenta volentieri gli ambienti xerotermici (caldi e secchi) come lo sono ad esempio le zone carsiche in estate.
La fotografia ritrae in tutto il suo “fascino alieno” un individuo giovane o, per meglio dire, una ninfa, stadio di sviluppo caratterizzato dall’addome ricurvo e dalla comparsa degli abbozzi alari.
Come tutte le specie dell’ordine dei Mantoidei l’Empusa fasciata, grazie alle sue zampe anteriori raptatorie, è un’abile cacciatrice che usa la tecnica dell’agguato, cammuffandosi con la vegetazione. In genere le sue prede sono altri insetti di piccole dimensioni.
Durante l’accoppiamento i maschi di Empusa possono stare abbastanza tranquilli perché il cannibalismo femminile è molto meno frequente rispetto a quanto, invece, si verifica nella Mantide religiosa, sua “cugina” più grande e conosciuta.
La vita di questi animali è comunque breve e dura circa un anno compresa la diapausa invernale, una sorta di letargo durante il quale lo sviluppo dei giovani si ferma temporaneamente. Del resto, per citare il celebre film “Blade Runner”, “la candela che arde con il doppio di splendore si consuma in metà tempo”.

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NELL’IMMAGINE: ninfa di Empusa fasciata (fotografia di Redpit7. Licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International. Fonte: Wikimedia Commons).